Un gusto per la morte by P. D. James

Un gusto per la morte by P. D. James

autore:P. D. James [James, P. D.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:43:41+00:00


27

Sapeva che Ivor quella sera sarebbe tornato. Senza telefonare prima, un po’ per un eccesso di cautela e un po’ perché si aspettava sempre di trovarla in attesa quando era probabile il suo arrivo. E, per la prima volta da quando erano amanti, lei aspettava con paura il solito segnale, un lungo suono al citofono esterno, seguito da tre brevi. Perché non poteva telefonare, pensò irritata, e farle sapere quando doveva aspettarlo? Cercò di mettersi a lavorare al suo nuovo progetto, il montaggio di due foto in bianco e nero, scattate l’inverno precedente in Richmond Park, dei rami spogli di querce gigantesche su uno sfondo di nubi accavallate che contava ora di montare, una capovolta sotto l’altra, in modo che il groviglio dei rami desse un’impressione di radici riflesse nell’acqua. Ma mentre spostava le copie a stampa con irritazione crescente, le sembrò un trucco senza senso, uno squallido effettaccio; anche questo, come tutto il suo lavoro, era un simbolo della sua vita, fiacco, inconsistente, di seconda mano, rubato a esperienze e idee altrui. Persino le immagini di Londra, abilmente composte, erano prive di convinzione, stereotipi visti con gli occhi di Ivor e non con i suoi. Pensò: Devo imparare a essere me stessa, anche se è tardi, anche se mi fa star ma-le. Devo farlo. E le sembrò strano che ci fosse voluta la morte di suo padre per mostrarle ciò che era.

Alle otto si accorse d’aver fame e si preparò delle uova strapazzate, me-scolandole con cura sul fuoco a fiamma bassa e affaccendandosi come se avesse dovuto dividerle con Ivor. Se fosse arrivato mentre lei stava man-giando, avrebbe dovuto cuocersele lui. Poi lavò i piatti e Ivor non c’era ancora. Uscendo sul balcone, fissò a lungo, oltre il giardino, la massa ormai buia delle case di fronte, le cui finestre cominciavano a illuminarsi come segnali dallo spazio. Dal canto loro quegli sconosciuti potevano vedere la sua finestra, la grande distesa di vetro illuminato. Sarebbe andata la polizia a chiedergli se avevano visto lì una luce martedì sera? Ci aveva pensato Ivor, con tutta la sua intelligenza?

Guardando nel buio, si sorprese a riflettere su suo padre. Ricordava ancora il momento preciso in cui le cose tra loro erano cambiate. Vivevano allora nella casa di Chelsea, lei, i suoi genitori e Mattie. Erano le sette di una nebbiosa mattina d’agosto e, mentre lei, sola in sala da pranzo, si stava versando il primo caffè, era arrivata la telefonata. Aveva risposto all’apparecchio nell’atrio e le avevano dato la notizia proprio mentre suo padre stava scendendo la scala. E subito, vedendo il viso di lei, si era fermato, con una mano sulla ringhiera, e Sarah aveva alzato gli occhi nella sua direzione.

«È il colonnello di zio Hugo. Ha voluto telefonare di persona. Papà, Hu-go è morto.» E i loro occhi si erano incontrati, ed erano rimasti un attimo a fissarsi, e lei aveva visto con chiarezza una miscela di esultanza e di speranza sfrenata, la consapevolezza che ora poteva avere Barbara. Era durata solo un secondo.



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